Ultime notizie dal Sud. Con fotografie di Daniel Mordzinski by Luis Sepúlveda

Ultime notizie dal Sud. Con fotografie di Daniel Mordzinski by Luis Sepúlveda

autore:Luis Sepúlveda [Sepúlveda, Luis]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Photography, Subjects & Themes, Regional, Travel, Food; Lodging & Transportation, Road Travel, Narrativa, General
ISBN: 9788860887917
Google: GXLH05zhPj0C
editore: Guanda
pubblicato: 2011-11-02T23:00:00+00:00


Sempre nel 1901, Martin Sheffields entrò in contatto con la Pinkerton. Secondo alcuni, fu assunto dalla sede che l’agenzia investigativa aveva a Houston, in Texas. Secondo altri, dalla sede di San Francisco, dove scontava una breve condanna come «vagabondo recidivo». Comunque fosse, la taglia di cinquantamila dollari sulla testa di Butch Cassidy gli parve un ottimo motivo per visitare l’Argentina.

Giunse così a Buenos Aires il 6 febbraio 1902. Sui registri dell’Hotel de Inmigrantes del porto, la struttura di prima accoglienza da cui, a partire da metà Ottocento, per oltre un secolo, passarono migliaia di nuovi arrivati, si segnò come Martin Sheffields, sceriffo degli Stati Uniti, e forse mostrò la stella d’argento che vari anni prima aveva sottratto nel Montana a uno sceriffo autentico, ma rovinato dall’alcol. Nel suo peculiare spagnolo tex-mex deve aver chiesto come diavolo si arrivava in Patagonia.

La capanna di tronchi che Etta Place, Butch Cassidy e Sundance Kid costruirono vicino a Cholila è ancora lì e grazie alla solidità della struttura resterà in piedi per anni. Quando ci andai insieme al mio socio, ci abitava la famiglia Sepúlveda. Un pomeriggio, sotto un cielo burrascoso, chiacchierammo e prendemmo il mate con don Aladino Sepúlveda, il padrone di casa, un vecchietto dallo sguardo infantile, furbo come una volpe.

«Certo che li trovò. Venne qui a parlare con loro. Io non ero ancora nato, ho appena fatto ottantaquattro anni ma me l’ha raccontato mio padre. Deve essere successo nel 1902, Sheffields arrivò in sella a un cavallo bianco, non ebbe mai cavalli di altri colori, dal cancello gridò: ’Butch! Sun!’, e i due uomini gli risposero in spagnolo che si chiamavano don Pedro e don José. Allora Sheffields scoppiò a ridere, per poco non cadde da cavallo a forza di sghignazzare, e poi parlarono fra loro in gringo.»

Non sapremo mai cosa si dissero, ma è evidente che arrivarono a un accordo di pacifica convivenza, perché i telegrammi spediti da Sheffields all’Agenzia Pinkerton fra il 1902 e il 1905 ripetevano sempre lo stesso ritornello: «L’Argentina è un paese molto grande, ma sono sulle loro tracce».

Nel 1905, un cittadino degli Stati Uniti che viaggiava sotto il nome di Andrew Duffy si presentò alla capanna di Cholila. In realtà si chiamava Harvey Logan, era uno dei soci fondatori del Mucchio Selvaggio, e due anni prima aveva lasciato la prigione di Knoxville in Tennessee a modo suo: sparando. La fuga si era chiusa con quattro guardie tranquillamente occupate a ingrassare i vermi. Quello stesso anno Butch Cassidy, Etta Place, Sundance Kid e il nuovo arrivato rapinarono il Banco del Sur, a Santa Cruz.

Nel frattempo, Sheffields si annotava cose di cui non informava mai la Pinkerton. Nella sua casa alle Guaitecas, il neozelandese Jo Giglian, appassionato collezionista di qualunque cosa si riferisca a Butch Cassidy, mi ha fatto vedere un taccuino rilegato in pelle marrone che viene attribuito a Martin Sheffields. In un appunto datato ottobre 1907 si legge: «Quando sono usciti portandosi via il denaro degli inglesi, potevo sparargli. Potevo sparargli ma non l’ho fatto».



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